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03/07/2015Comune di Meda
 
Mostre - MEDA
 
PRIMA DEL DESIGN: CULTURA, STUDIO, LETTURA. E RIFLESSIONE
 
Da sabato 4 luglio in Medateca la mostra “Segnalibro”: raccolta di piccoli oggetti all'apparenza “da niente”, ma i cui primi esemplari risalgono a quattro secoli fa
 


Continua la collaborazione tra l'amministrazione comunale e l'azienda medese Giorgetti Spa, sul filo conduttore di un design che si esprime anche nelle arti minori, perché “il disegno dei mobili ha nella vera cultura il suo più sicuro fondamento; la sedia e il tavolo sono gli oggetti di più comune produzione ma anche i più legati all'attività di studio e di lettura”. Si potrebbe forse leggere e studiare senza l'aiuto di un segnalibro?

Un'altra iniziativa per far conoscere e valorizzare il Brianza Design District: promossa dall'assessorato alle Attività produttive del Comune di Meda, sarà in mostra per tutto il mese di luglio in Medateca la collezione Segnalibro, con cui l'imprenditore medese Carlo Giorgetti, titolare dell'omonima azienda di arredamento, ha iniziato negli anni Novanta un ciclo di iniziative culturali per promuovere le “arti minori”. Si tratta di piccoli oggetti di uso personale o professionale, per “le arti e i mestieri”, appunto.

Prima del disegno, il pensiero: se la collezione Matite, esposta in giugno nella Sala Pertini del palazzo comunale, metteva in mostra la fase del “gesto”, preliminare e necessario per realizzare qualsiasi oggetto d'arredo, qui si mette l'accento su un momento ancora precedente al design, quello dell'idea, dell'ispirazione, che a volte arriva improvvisa ma sempre è frutto di studio, curiosità, suggestioni, letture. Solo dalla cultura, infatti, possono scaturire idee e soluzioni che durino nel tempo e vadano oltre un consumismo effimero. E leggendo e studiando, mille volte ci si interrompe: il telefono suona, c'è una scadenza da rispettare, o, semplicemente, si tenta di catturare un'intuizione. Bisogna allora “mettere un segno” alla pagina sospesa, indispensabile per ritrovarla subito dopo.

In questo contesto è nata la collezione di segnalibri curata da Marco Ferreri per Giorgetti Spa, visitabile dal 4 luglio in Medateca, sede della biblioteca civica di Meda. Tra i più preziosi in mostra, due segnalibri della cipria Veloutine Fay di Parigi disegnati da Alfons Mucha, importante artista dell'Art Nouveau, famoso anche per essere stato il ritrattista preferito da Sarah Bernhardt. I più antichi: un pezzo delle Assicurazioni di Milano e un altro delle lampadine Osram, che garantiscono “un risparmio di corrente del 70%”.

“Abbiamo scelto la Medateca quale sede per questa collezione – ha dichiarato Claudio Salimbeni, assessore alle Attività produttive del comune di Meda – perché, a parte l'ovvia affinità della biblioteca con gli oggetti presentati, insieme alla possibilità di offrire ai cittadini una mostra preziosa sia dal punto di vista artistico che storico, ci è sembrata un'opportunità per far conoscere questo edificio anche ai non lettori. Forse non tutti lo sanno, ma la nostra Medateca – progettata dall'architetto Marco Muscogiuri di Alterstudio Partners – è stata selezionata da Regione Lombardia per rappresentare e promuovere l'Architettura del Moderno nell'ambito del progetto ‘Le eccellenze turistico culturali in Lombardia', insieme ad altri 31 edifici tra cui la Torre Isozaki: che si amino i libri oppure no, crediamo valga una visita. E dare più visibilità ai nostri territori è anche uno degli obiettivi del progetto Brianza Experience, in cui credo sin dall'inizio. Inoltre, Meda vanta una tradizione antica e prestigiosa, con oltre ottocento anni di storia, e la villa Antona Traversi, antica sede dell'ex monastero benedettino, ne è l'emblema. Ma Meda è anche una città aperta al futuro e all'innovazione, con un patrimonio ‘immateriale' altrettanto importante: il talento e il ‘saper fare' dei suoi maestri artigiani e delle sue aziende più note. Mi piace considerare la Medateca come simbolo di innovazione e, insieme, luogo ‘di cultura' in senso stretto: due concetti chiave da cui ripartire guardando avanti con fiducia”.


UN PO' DI STORIA

Si legge nel catalogo della mostra, nell'interessante introduzione di Massimo Alberini (giornalista e scrittore, con una passione personale per le arti minori), che già a fine Cinquecento, nel Regno Unito, un certo Christopher Barker, “stampatore reale”, cuce in testa ad un codice riservato ad Elisabetta I un nastrino di seta: è il primo documento storico che attesta l'uso di un segnalibro. Ma certo già prima, nel silenzio delle biblioteche e dei monasteri, qualcuno doveva aver cominciato ad inserire una striscia di pergamena o di stoffa negli antichi libri delle ore e nei messali: i libri religiosi risulteranno i più dotati di nastri aggiunti. Il nastrino si afferma come segnalibro nel corso dei secoli, fino a quando, a metà Ottocento, la mania del “segnalibro fai da te” non inizia a dilagare: con il consolidarsi della borghesia, la “buona educazione” delle fanciulle in attesa di marito comprendeva canto, pianoforte, pittura, acquerello, ricamo. I primi segnalibri prodotti dalla Steven Company a Coventry, in Inghilterra, sono proprio strisce da completare a ricamo, in seguito anche da dipingere ad acquerello.

In Italia si diffonde un altro tipo di pezzi, realizzati incollando tra due cartoncini un rametto o un fiore essiccato.

Con l'avvento della “réclame” la diffusione dell'immagine pubblicitaria conosce un vero e proprio boom, e dopo le figurine, le cartoline postali, le confezioni dei vari prodotti, la pubblicità si estende anche ai segnalibri. Naturalmente, tra i più interessati a questo tipo di veicolo per i messaggi promozionali, ci furono case editrici e librai, poi produttori di alimentari, vini, liquori ma anche banche, acque minerali, case farmaceutiche e cosmetiche.

Il mondo della scuola è un terreno favorevole per la diffusione massiccia dei segnalibri: nel periodo tra le due guerre mondiali i produttori di inchiostri, calamai, matite e cancelleria in genere attraggono i loro potenziali piccoli clienti con segnalibri a tema, per “distrarli” dalla concorrenza (in casa e fuori casa, con Presbitero e Faber), o per fidelizzarli, volendo usare un termine del marketing moderno. È però probabile che gli scolari li adoperassero più come figurine da gioco che per l'uso a cui erano destinati in origine; oggi questi oggetti ancora resistono nelle librerie, insieme a penne e agende, attualizzati magari con personaggi dei fumetti. Anche il mondo del design si è interessato a questo oggetto antico ma ancora in uso, aprendo un piccolo ma significativo campo di applicazione.

E arriviamo ai giorni nostri, in cui il mercato editoriale è pervaso dagli ebook ma il libro stampato non è morto: se i negozi non distribuiscono più i segnalibri come una volta, e la vecchia réclame ha preso altre vie, la necessità di “ritrovare” (e qualche volta ritrovarsi), di tornare al punto voluto, al pensiero lasciato in sospeso rimane. Allora una cartolina, un biglietto del treno o uno sgualcito biglietto da visita bastano al lettore attento, che s'ingegna con qualunque cosa a portata di mano. Le orecchie ai libri, però, no: quelle, davvero, mai.

La collezione Segnalibro è in mostra presso la Medateca (via Gagarin 13, Meda) da sabato 4 luglio, ed è visitabile per tutto il mese dal martedì al sabato, negli orari di apertura della biblioteca.
L'iniziativa è realizzata in collaborazione con Giorgetti Spa.
 


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