Le farmacie sono sempre più impegnate ad assistere i cittadini nella scelta tra farmaci “griffati” e farmaci generici, anche se sono ancora tante le persone che rifiutano pregiudizialmente il farmaco generico.
E' quanto emerge da un sondaggio svolto da Federfarma Milano tra i farmacisti, presentato oggi in una conferenza stampa a Milano: il tempo impiegato per spiegare ai cittadini le caratteristiche dei farmaci generici è sensibilmente aumentato da quando è divenuto obbligatorio per i medici specificare nelle ricette il principio attivo del farmaco, lasciando sostanzialmente alle persone la scelta tra griffato e generico.
La maggior parte dei farmacisti (il 72,8%) impiega tra i 2 ed i 4 minuti di tempo per informare il cittadino (un periodo di tempo considerevole per i ritmi di una farmacia), e il 14,6% di essi impiega più di 4 minuti. Ma il sondaggio conferma anche una persistente diffidenza dei cittadini verso il farmaco generico: secondo la maggioranza dei farmacisti (l'84,5%) le persone che chiedono spontaneamente il generico non superano il 30%; mentre il 58,9% dei farmacisti dichiara di avere più del 50% dei clienti che tende a rifiutare a priori il generico.
“I farmacisti indicano sempre al cittadino il farmaco generico equivalente a quello griffato, come prescritto dalla legge – ha dichiarato Annarosa Racca, presidente di Federfarma – anche perché credono che informare ed assistere i cittadini rappresenti una delle funzioni di servizio fondamentali di una farmacia moderna che vuole proporsi come presidio sanitario sul territorio. Oltretutto il consiglio è ciò che, da sempre, caratterizza il ruolo del farmacista in farmacia”.
Il sondaggio è stato effettuato, nell'ultima settimana di novembre 2012, da Federfarma Milano su un campione di 300 farmacie private di Milano, Monza e Lodi su un totale di 950 farmacie private (vedi di seguito).
I farmacisti intervistati hanno confermato la loro soddisfazione per il dialogo aperto con la cittadinanza sulla questione farmaco griffato/farmaco generico e per il 23,5% di essi è necessario fare maggiore chiarezza su questa scelta. Tra le proposte emerse quella di uniformare il colore delle confezioni dei farmaci per evitare che i pazienti si affezionino pregiudizialmente ad una scatola senza volerla cambiare, anche in presenza di vantaggi evidenti (lo chiede il 39,4% dei farmacisti). Altre proposte riguardano una informazione più mirata, l'abolizione dei nomi di fantasia dei farmaci (anche dei nuovi farmaci), togliere del tutto i nomi dei produttori dei farmaci, stabilire un prezzo uniforme.
“Sulla questione dei farmaci generici si è creata un po' di confusione tra i cittadini – ha spiegato Paolo Vintani, vicepresidente di Federfarma Milano – ed ora che, col recente emendamento approvato in Senato, si lascia sostanzialmente al cittadino la scelta su quale tipo di farmaco assumere, il farmacista ha il compito di continuare ad assistere le persone che devono decidere: per questo prima di tutto serve maggiore informazione. Ed i farmacisti sono ben disponibili a lanciare una grande campagna informativa sul tema”.
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