C'è un nuovo reality-game...
I concorrenti:
- un Pollicino dell'era 2.0
- un Precario della generazione choosy
- un esodato dal regno delle favole
Missione: Uscire dal bosco in 7 giorni.
Regole di comportamento dei giovani leprotti persi in un bosco:
- coerenza col transponder ellittico
- non cambiare il senso di marcia
- risolvere le prove di sopravvivenza, i pressure test e le prove ricompensa
- orientarsi tramite i tutorial
- restare uniti
- non sognare
Nell'era della GRANDE PRIVAZIONE la sensazione provata da Pollicino e i suoi fratelli abbandonati nel cuore del bosco è una sensazione che conosciamo.
Il salto nel vuoto, il brancolare nel buio, il percorrere un piano in bilico come ex Pollicini ormai trentenni in uno spazio liminale dove la scelta è tra il mangiare o l'essere mangiati.
L'assenza e la privazione stimolano la creatività ma tanto più la fame è violenta e immotivata quanto più il genio che ne è generato ne risulta eticamente discutibile.
Perché Pollicino?
Perché è un contenitore di simboli contemporanei fluidi che potenzialmente potrebbe esorcizzare e spiegare paure, azioni e incubi ricorrenti e portarci a esplorare le diverse modalità con cui i moderni Pollicino si accingono a fronteggiarle.
In Pollicino ci ritroviamo a fronteggiare contenitori di significato volatili e fluidi. Qui non ci sono oggetti divenuti cliché, ma grandi aree significanti, come l'immagine del percorso di sassi per ritrovare la strada di casa.
Per Pollicino nutriamo un misto di timore e ammirazione. Riconosciamo a lui il genio creativo del self-made man, e allo stesso tempo ci lascia sgomenti la machiavellica crudeltà e freddezza.
Di Pollicino ci affascina la complessità moderna dell'eroe creativo che si muove in una zona pericolosa e cresce sperimentando trucchi sempre più
complessi.
Spettacolo realizzato in collaborazione con Circuito Danza Lombardia.