
"Per combattere la corruzione è necessaria la modifica del codice degli appalti. Il governo ha presentato una legge delega che dovrebbe consentire la riscrittura di queste norme. Ma la corruzione è, prima di tutto, un problema culturale: oggi in Italia un corruttore viene considerato spesso una persona furba". E' stato questo uno dei passaggi più importanti dell'intervento di Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, ospite nella serata di mercoledì 22 ottobre al Collegio Santa Caterina di Pavia per il primo appuntamento del corso sulla "Storia delle Mafie Italiane". Dalla scorsa estate Cantone si occupa anche di Expo 2015, dopo le inchieste per corruzione che sono state aperte su questo evento. "L'appalto più importante di Expo, quello per la costruzione della piastra su cui vengono realizzati i padiglioni – ha spiegato il magistrato -, è stato vinto con un ribasso d'asta del 43 per cento. Ma questo costo è destinato poi a lievitare notevolmente con il sistema delle varianti. Ecco perché è necessario modificare il codice degli appalti". Per Cantone "la vicenda di Tangentopoli è stata un'occasione persa, perché avrebbe dovuto creare gli anticorpi in grado di prevenire nuovi fenomeni di corruzione. Invece negli anni successivi non si è fatto nulla; anzi è stato seguito il percorso opposto, modificando le norme sul falso in bilancio e i reati tributari e rivedendo anche i termini di prescrizione. La riforma del Titolo V della Costituzione ha eliminato gli organi di controllo, senza sostituirli con sistemi alternativi". All'incontro hanno partecipato anche Sergio Seminara, Ordinario in diritto penale presso l'Università di Pavia e Enzo Ciconte docente presso l'Ateneo pavese di Storia delle Mafia italiane.