La pronipote di Giuseppe Garibaldi insegnante d’eccezione per una lezione sul risorgimento, l’unità e l’uguaglianza dei popoli; un tuffo nel passato, una rievocazione storica arricchita di particolari meno noti e assolutamente inediti per i libri di studio ma, anche, una descrizione “famigliare” del principale artefice dell’Unità d’Italia: Giuseppe Garibaldi. Questo, in breve, il contenuto dell’incontro avvenuto questa mattina al cinema - teatro Eduardo di Opera: ospite d’eccezione Anita Garibaldi, pro-nipote del condottiero. Organizzata dall’Assessore alla cultura Maria Pia Gimillaro, la conferenza storica ha richiamato l’attenzione dei giovani studenti in sala su un momento importante della storia italiana troppo spesso minimizzato sui libri scolasti: il risorgimento. Grazie alla discendente del condottiero, oltre alla rievocazione puramente storica di quel periodo, si è approfondito l’aspetto umano e sociale della vicenda, evidenziando i valori, i sogni e i traguardi della giubba rossa. Dalla sua nascita, in una casa davanti al porto di Nizza, ai suoi viaggi come mozzo per la flottiglia del padre a quando esportò in Brasile gli spaghetti: un viaggio lungo una vita e costellato di imprese eroiche, come le sue battaglie in sella alla sua cavalla “marsala”; Giuseppe Garibaldi è stato descritto mettendo in evidenza i suoi sentimenti, i suoi obiettivi, la sua voglia di unità ed uguaglianza ma, anche, le sue fragilità . Come quella che a pochi giorni dalla morte lo ha portato a chiedere la pensione, ammettendo a se stesso che la sua vita era quasi giunta al termine. “Uno degli obiettivi di questa mia attività – ha spiegato Anita Garibaldi – è quello di riportare nelle scuole, specialmente quelle elementari, lo studio del risorgimento, affinchè venga riconosciuto, in Europa, il ruolo e la valenza dell’Italia”. Con cinque figli e 14 nipoti sparsi per il mondo, Anita Garibaldi da tempo è impegnata per l’Italia ma più in generale in tutta Europa per raccontare le gesta dell’antenato e far capire, specialmente ai più giovani, gli sforzi, i sacrifici e i sogni di chi lottò per unire la nostra penisola e liberare dalle dittature altri popoli. Sacrifici e drammi che costellarono le vita di milioni di persone e che, oggi, si rivedono in quello che potrebbe essere “il risorgimento moderno”ovvero le vicende in atto negli stati del nord Africa. Con questa testimonianza è stata rievocata la lotta compiuta 150 anni fa ma, anche, quella per la libertà che il Comune di Opera ha appena festeggiato nella ricorrenza del 25 aprile. Durante l’anniversario della liberazione, come oggi in aula, il Sindaco ha ricordato come, con la fine del regime Nazifascista e poco dopo della monarchia, sia stato segnato l’inizio della storia dell’Italia finalmente libera, repubblicana e democratica. “Centocinquanta anni d’Italia – le parole del sindaco, Ettore Fusco – di cui solo meno della metà vissute in uno Stato democratico. I giovani sono il futuro e devono proseguire sulla strada del miglioramento di questa Italia che si sta già evolvendo in senso federalista come volevano Garibaldi e i padri del risorgimento”.