Le associazioni che si occupano dei problemi dei "papà separati" parlano di circa 4 milioni di soggetti che sono caduti in uno stato di povertà a seguito dei divorzi. Le indagini Istat, dal 1995 al 2010 (ultimo anno di analisi dell'istituto relativamente al 2008), illustrano un quadro fosco per l'istituzione del matrimonio: separazioni e divorzi sono in costante crescita, anche se vi è stato una leggera diminuzione nel computo totale dovuto al decremento delle unioni matrimoniali e un conseguente aumento delle unioni "di fatto". Ma il problema resta. Tanto che sia a Roma sia Milano, dove le percentuali di separazioni e divorzi sono maggiori, le amministrazioni comunali, in collaborazione con le associazioni di volontariato vicine ai problemi dei papà separati, hanno realizzato delle strutture adeguate per quegli uomini che, separati e con figli a carico, non riescono più a coprire tutte le spese necessarie a una vita dignitosa. Su tutte, quelle della casa. La fotografia fatta dalle associazioni più rappresentative (papà separati, figli negati, padri separati e altre) non è di quelle in tinte fosche della povertà primaria; si tratta, infatti, nel 90% dei casi, di uomini con professioni dignitose e con stipendi mensili che si aggirano sui 2mila euro: ingegneri, operai, poliziotti, liberi professionisti, insegnanti, agenti di commercio. Tutte persone che, prima della separazione, avevano una vita al di sopra della media italiana. Poi, l'addio al coniuge e una serie di problematiche legali che s'inanellano una dietro l'altra e, come dice Domenico Fumagalli dell'associazione papà separati, «il calcolo si fa presto, servono almeno millecinquecento euro al mese» tra avvocati, assegni di mantenimento per i figli (e in alcuni casi anche per le ex mogli), il vecchio mutuo e il nuovo affitto (o un nuovo mutuo). A tutto questo va aggiunta la sussistenza quotidiana. Ecco perché molte amministrazioni comunali e regionali si stanno attrezzando, o si sono attrezzate, per dare risposte soprattutto in termini di casa. A Roma e Milano, come detto, sono nati i "condomini dei papà": alloggi a prezzi calmierati (circa 200 euro mensili, per un massimo di un anno di permanenza) per un appartamento solitamente condiviso con altri papà separati. In Piemonte, la giunta regionale ha previsto aiuti economici per i genitori separati (non solo i papà) che hanno un reddito basso e che faticano a mantenere un tenore di vita dignitoso. Ma, come sempre, il welfare arriva fin dove arriva. Nel caso dei condomini dei papà di Roma e Milano, infatti, si può usufruire dell'agevolazione per un periodo massimo di un anno. Poi, o il soggetto interessato è riuscito a reintrodursi nella società, oppure i problemi restano. E forse aumentano. Una soluzione dai privati arriva con le assicurazioni sugli affitti. Claudio De Angelis, amministratore unico di Affitto Assicurato, spiega perché: «Le assicurazioni sugli affitti privati sono un prodotto che offre molte garanzie a chi mette in affitto un immobile e prevengono i rischi legati alla morosità e alle cause legate all'affitto. Agli affittuari, allo stesso modo, garantiscono un deciso risparmio sulla cauzione iniziale che, solitamente, è il costo più alto da sostenere (sono tre le mensilità abitualmente richieste, ndr). È chiaro che i costi che lo stato sociale riesce a garantire sono molto differenti rispetto a quelli privati, ma le amministrazioni non possono garantire per un periodo di tempo troppo lungo questo stato di cose. Ecco perché, anche per risolvere alcuni dei problemi legati a questo drammatico stato di cose che interessa i genitori separati, i privati che mettono a reddito proprietà immobiliari dovrebbero prendere in considerazione le assicurazioni sugli affitti: perché aiutano a tenere vivo il mercato e, soprattutto, possono dare una mano anche a persone che sono in difficoltà e che cercano un riscatto e nella loro quotidianità».