
Il crollo dei consumi non intacca la vendita diretta a domicilio. Nonostante lo stallo, le imprese associate Univendita (Unione italiana vendita diretta) hanno segnato un deciso +4,6% rispetto ai primi tre trimestri del 2010 facendo registrare un fatturato di 748 milioni e 875mila euro. «Nonostante la crisi, nonostante il calo dei consumi delle famiglie italiane, la vendita diretta a domicilio cresce ancora e lo fa, ininterrottamente, da sette anni: segnale inequivocabile della qualità dei prodotti e della professionalità degli incaricati alla vendita» è il primo commento di Luca Pozzoli, presidente di Univendita. Nel dettaglio, il comparto più dinamico è stato quello della “cosmesi e accessori moda” che ha segnato un incremento del 7,7%, seguito dai “beni durevoli casa” (+4,3%) che, con il 61% di quota di mercato, è il comparto di maggior rilievo della vendita diretta a domicilio. Tiene anche il comparto “alimentari e beni di consumo casa” (+2,6%). Da segnalare, tra i “beni e servizi” il settore “viaggi e turismo” cresciuto del 24%. Sul fronte occupazionale, cresce il numero degli incaricati alla vendita che, nei primi nove mesi dell’anno, superano le 55mila unità (55.017) con un incremento del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2010. Da sottolineare la cospicua componente femminile pari al 72,5% del totale degli incaricati delle aziende associate Univendita. «Il dato è lusinghiero -precisa Pozzoli-, ma lo è ancora di più se confrontiamo il terzo trimestre 2011 che ci indica una crescita del 6,1% rispetto al 2010. Siamo consapevoli del ruolo della vendita diretta a domicilio in questo particolare momento economico. Per questo motivo Univendita e le aziende associate da sempre si adoperano perché al centro dell’attenzione del suo operare ci siano la trasparenza e la correttezza nei confronti dei consumatori. Aspetti che, lo dicono i dati, ci stanno dimostrando che il nostro lavoro ha imboccato la giusta direzione». La vendita a domicilio si conferma l’unico settore in buona salute del commercio al dettaglio. Secondo i dati Istat, da gennaio a settembre del 2011 il valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio ha registrato una flessione dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2010; le vendite della grande distribuzione sono diminuite dello 0,4%, mentre quelle dei piccoli esercizi commerciali sono calate dell’1,1%.