
Giovedì 2 ottobre alle ore 18.00, nel salone del Romanino dell'AAB (Associazione artisti bresciani) in vicolo delle Stelle 4 a Brescia, sarà presentato il libro di Renato Borsoni “Un pirata allo specchio” (Grafo edizioni).
Dopo l'introduzione di Dino Santina, presidente AAB, dialogheranno con l'autore gli amici Pierangelo Ferrari (già deputato Pd) e Massimo Minini (presidente della Fondazione Brescia Musei).
L'incontro è promosso da Grafo edizioni, Studio AS Borsoni e AAB.
Appunti biografici per immagini
Nel libro “Un pirata allo specchio”, Renato Borsoni ricorda che la regista e amica Lina Wertmüller immaginò uno spettacolo, mai realizzato, nel quale il fondatore del Centro teatrale bresciano avrebbe dovuto interpretare il ruolo di un pirata. Da questo aneddoto nasce il titolo del volume, che contiene una raccolta di brevi scritti accompagnati dalle immagini di alcuni dipinti appesi alle pareti dell'appartamento di Borsoni: ad ogni opera è legato il ricordo di storie, persone vicende biografiche, che Borsoni ripercorre con acuta leggerezza e ironia.
Il lettore è guidato in una galleria di aneddoti che tracciano le coordinate di una vita. La giovinezza nelle Marche – Borsoni è nato in provincia di Ancona nel 1926 – e il fascismo; il padre Torquato, direttore didattico e buon pittore; la moglie Marisa Germano e l'amore per la famiglia; la lunga avventura teatrale come direttore artistico (a Brescia e, negli anni '90, a Prato); l'attività di grafico; gli incontri e le amicizie con artisti, imprenditori, politici che hanno fatto la storia del teatro italiano e della Brescia contemporanea.
Renato Borsoni nasce nel 1926 a Santamarianova, in provincia di Ancona. Nel dopoguerra il padre, direttore didattico, si trasferisce a Brescia. Borsoni si iscrive al Politecnico di Milano (facoltà di Architettura), apre in città uno studio di grafica, partecipa alla nascita della cooperativa del Piccolo teatro della città di Brescia (1953), si sposa con Marisa Germano. Nel 1961 è tra i fondatori della Compagnia della Loggetta che guiderà fino alla trasformazione in Centro teatrale bresciano nel 1975. Rimane alla direzione del Ctb fino al 1988. Dai primi anni '90 fino al 2000 è prima condirettore con Massimo Castri, poi direttore unico del Teatro stabile della Regione Toscana. Dal marzo 1998 è membro della Deputazione della Società del Teatro Grande, poi presidente fino al giugno 2010, quando nasce la Fondazione di cui oggi è consigliere di amministrazione.